Facciata Eremo
Venite in disparte
in un luogo tranquillo
e riposatevi un po’.
(Mc 6,31)
Vivi nell’amore del Padre,
nell’imitazione del Figlio,
nell’obbedienza allo Spirito,
nella Chiesa,
come Maria,
ora e sempre
Distintivo Vocazione EREMO S. ALBERTO
NEWSLETTER N° 11
PENTECOSTE 2011

Gesù risorto

“Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza, infatti, siamo stati salvati” (Rm 8,22-24).

Cari amici dell’Eremo di S. Alberto, è ormai prossima la solennità della Pentecoste.
Il giorno in cui si celebra l’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente.
Questo evento, occorso cinquanta giorni dopo la resurrezione di Gesù, si ripete incessantemente nella storia della Chiesa, nella storia di ogni credente.
Perché questo è il frutto della redenzione operata da Cristo col sacrificio della sua vita sulla croce.
Morendo, Gesù ha donato il suo Spirito a tutta l’umanità in un supremo atto di amore per la salvezza del mondo.
Di un mondo che è sempre più travagliato dalla presenza e dall’azione dello spirito di morte che, pur essendo stato sconfitto dalla resurrezione di Cristo, continuerà ad operare nella storia, fino alla fine del mondo, cercando di distogliere il cuore degli uomini dall’accogliere il dono della salvezza che Dio offre loro.
Per questo Paolo afferma che tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi (Rm 8,22).
La gestazione del regno di Dio non è facile, né indolore, perché il Regno è il frutto della croce, e la croce, lo sanno tutti, è dolorosa e mortificante, ma non si può nascere alla vita nuova del Regno, se non passando attraverso la croce, proprio come ha fatto Gesù.
Le persone battezzate hanno già ricevuto la primizia dello Spirito, beneficando della redenzione delle loro anime, ma anch’esse gemono interiormente, aspettando la redenzione del loro corpo, l’adozione piena di tutta la loro persona a figli di Dio.
È vero, nella speranza noi siamo stati salvati.
Il dono della salvezza è posseduto nella speranza, non è ancora pienamente fruito nel presente.
La salvezza è un bene anelato e non ancora definitivamente posseduto.
Per questo è necessario che dalla Chiesa si elevi un'incessante implorazione al Padre della misericordia, affinché lo Spirito della Vita sia effuso nel cuore di tutti gli uomini di buona volontà.
Per questo è necessario che dalla Chiesa si elevi un'incessante implorazione al Padre della misericordia, perché i cuori degli uomini di buona volontà si aprano ad accogliere lo Spirito di Vita.
Per questo è necessario che dalla Chiesa si elevi un'incessante implorazione al Padre della misericordia, perché la grazia del pentimento tocchi i cuori degli uomini di cattiva volontà.
Non dimentichiamo che dal giorno di Pentecoste in poi, la salvezza di Dio raggiunge gli uomini nella misura in cui essi, liberamente, nella fede, l'accolgono, ed essi, liberamente, se ne fanno mediatori nei confronti dell’intera umanità.
La salvezza nella sua origine rimane un dono dell’amore misericordioso di Dio, nella sua fruizione dipende dalla responsabilità degli uomini.
Ciascun credente ha una sua responsabilità ineludibile nei confronti della salvezza del mondo.
La propria corrispondenza alla volontà di Dio, la preghiera, la testimonianza della vita, incidono profondamente sulla salvezza del mondo, spesso senza che le persone se ne rendano nemmeno conto.
Il prenderne coscienza è di fondamentale importanza.
Alla luce di questa riflessione, imploriamo vicendevolmente lo Spirito Santo su tutti e su ciascuno, perché una pioggia di benedizioni celesti possa riversarsi su quanti, con cuore veramente umile e vuoto, creino in loro le disposizioni giuste per accogliere la grazia di Dio.
S. Pentecoste a tutti.

P. Felice Traversa m. d.



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